Il finocchio, il cui nome scientifico è Foeniculum vulgare, è una pianta erbacea di origine mediterranea appartenente alla famiglia delle Apiaceae, o Ombrellifere, conosciuto sin dall’antichità per le sue proprietà aromatiche.
Per quanto riguarda il suo utilizzo occorre distinguere tra il finocchio selvatico e quello di produzione orticola, ovvero quello dolce e quindi utilizzato in cucina; la prima è una pianta spontanea e perenne, che cresce sino a 2 metri di altezza e di cui si utilizzano germogli, foglie, fiori e frutti per vari scopi.
Il finocchio coltivato, invece, è una pianta che può essere annuale o biennale, che raggiunge gli 80 cm circa di altezza e di cui si consuma la cosiddetta guaina a grumolo bianco, ovvero la parte che si sviluppa alla base.
Del finocchio si consuma sia la guaina, come un vegetale, che i semi, i quali vengono usati come aromi per la preparazione di diversi piatti; siamo quindi di fronte ad un impianto a doppia funzione: quella di ortaggio e quella di erba aromatica.
La caratteristica principale del finocchio è il tipico sapore di anice, che si trova sia nella guaina che nei semi; ma questa pianta possiede anche diverse proprietà benefiche, ad esempio viene utilizzata per migliorare la digestione e contro il vomito.
Inoltre, durante allattamento, si utilizzano spesso tisane ricavate dai semi di finocchio per limitare le coliche d’aria nei bambini, risulta infatti che questa pianta sia molto efficace nel ridurre i gonfiori addominali.
Le foglie di finocchio, molto sottili e abbondanti, possono essere usate come condimento se tritate finemente quando sono ancora tenere; meglio non farlo in estate perché tendono ad indurirsi per evitare l’evaporazione dell’acqua nell’impianto.
La coltivazione
Pur essendo un ortaggio semplice da coltivare, poiché poco esigente, predilige un clima mite; nelle zone mediterranee, infatti, può essere coltivato a partire dalla fine del mese di gennaio, questa caratteristica lo rende disponibile al consumo per quasi tutto l’anno.
Nelle altre zone si semina solitamente in piena estate.
Il terreno
Per quanto riguarda il terreno è bene preparare un composto molto nutriente, aggiungendo una parte di letame o di compost naturale; è consigliabile vangare il terreno ad una profondità di circa 40 cm.
La semina
Come abbiamo detto la semina avviene in piena estate e solamente nelle zone a clima mite, al sud e sulle coste, può iniziare già alla fine dell’inverno; di conseguenza la raccolta dei grumoli avviene in tutte le stagioni, a seconda delle zone di produzione. Il ciclo di produzione dura circa 90 giorni.
Si può decidere di avviare la coltivazione nei semenzai, per poi spostare le piantine a terra, oppure direttamente nel terreno.
Nel primo caso, le piantine andranno spostate quando raggiungono i 12-15 cm di altezza e disposte nei filari, precedentemente preparati e distanziati tra loro di almeno 50 cm, ad una distanza di 25 cm l’una dall’altra.
Se seminate direttamente a terra, andranno rimosse le piantine in eccesso, quelle più sottili, in modo da lasciarne una ogni 25 cm di terreno.
Irrigazione
La pianta del finocchio richiede frequenti e abbondanti irrigazioni, ma è necessario tenere sotto controllo la presenza di eventuali ristagni idrici, poiché la pianta potrebbe risentirne; l’ideale sarebbe coltivare questo ortaggio in una zona in cui vi sia una lieve pendenza del suolo.
Parassiti e malattie
I parassiti che più comunemente attaccano le piante di finocchio sono le lumache, che possono essere allontanate creando delle barriere manuali, ad esempio utilizzando i gusci delle uova per evitare l’utilizzo di prodotti chimici.
A livello di malattie la pianta può contrarre la batteriosi, ovvero un batterio che si trasmette a causa dei ristagni idrici e che arriva al grumolo facendolo marcire; l’unico modo per evitare questo problema è fare in modo che non si formino ristagni d’acqua.